Lucia Ruggeri
L’IMPORTANZA DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA IN COMUNITA’ SVANTAGGIATE:
DAL KENYA UN PROGETTO DI SUCCESSO
Verso la metà degli anni’80, alcuni
esponenti di comunità islamiche delle regioni costiere
del Kenya lanciarono una richiesta di assistenza per migliorare
lo scarso livello di successo scolastico dei loro giovani.
La Fondazione
Aga Khan (in seguito denominata
AKF) rispose per prima, finanziando delle
ricerche che evidenziarono come il problema dell’insuccesso
scolastico era da attribuirsi fondamentalmente alla mancanza
di un’adeguata preparazione dei bambini per affrontare la
scuola di base. Questo svantaggio presente già in partenza
rendeva difficile l’inserimento nel primo anno di scuola e
la promozione agli anni successivi. L’idea che un’appropriata
educazione nella prima infanzia fosse la chiave per il successo
negli anni seguenti fu bene accolta dai leaders delle comunità
locali, anche se il concetto di scuola materna non era affatto
diffuso nelle aree povere della zona costiera. La sfida da
affrontare era notevole: convincere le famiglie dei benefici
derivanti dall’investire sull’educazione dei loro figli, fin
dai primi anni dell’infanzia. Nonostante le risorse materiali
fossero molto scarse, le strutture fisiche per ospitare la
scuola erano disponibili, utilizzando le "madrasa", cioè
le scuole coraniche, generalmente inutilizzate nelle ore mattutine.
Motivando opportunamente i genitori, si sarebbe potuto far
loro comprendere l’importanza di insegnare ai bambini non
solo la religione, ma anche le basi didattiche necessarie
per un positivo inserimento nella scuola di base.
Il coinvolgimento della società locale e la creazione
dei "centri di risorse"
Riconoscendo la necessità di lavorare in collaborazione
con gli educatori del posto, i rappresentanti delle comunità,
le famiglie e le scuole già esistenti, AKF diede il
suo supporto per avviare un progetto pilota, a Mombasa, che
mobilitasse tutte queste varie componenti nel fornire adeguate
attività educative per la prima infanzia. Questi sforzi
portarono alla creazione di un significativo programma su
scala regionale, destinato poi a diffondersi in altre regioni
dell’Africa dell’Est. AKF coordino’ il suo lavoro con le agenzie
governative per l’educazione –come per esempio il Kenya Institute
of Education – che avevano già avviato centri di formazione
per insegnanti di scuola materna, in vari distretti del Paese.
Il lavoro di progettazione a Mombasa avanzava con il contributo
di vari esperti di educazione; in particolare, nel 1986, un’insegnante
della zona costiera, Swafiya Said, particolarmente motivata
a migliorare la situazione scolastica della sua regione, raccolse
la sfida di mobilitare per prima la sua comunità a
favore della creazione di una scuola materna. Lavorando in
una scuola tradizionale coranica, o "madrasa", essa introdusse
attività educative per l’età prescolastica in
una struttura tradizionalmente destinata solo alla pratica
religiosa.
La richiesta di queste scuole dell’infanzia si diffuse ben
presto da una a dieci, ben oltre i confini della città
di Mombasa. Vista l’importanza e la complessità dell’iniziativa,
AKF decise di finanziare la creazione di "centri di risorse"
– denominati Madrasa Resource Centres (MRC) - in cui svolgere
la formazione degli insegnanti, la progettazione dei curricoli,
la creazione di materiali didattici e manuali scolastici.
Dopo l’avviamento del primo MRC a Mombasa, altri progetti
pilota furono lanciati anche in Tanzania e Uganda, e due ulteriori
"centri di risorse" furono creati a Zanzibar, nel 1990, e
a Kampala, nel 1993.
I curricoli, la formazione delle insegnanti, lo sviluppo
del progetto
La creazione dell’attuale organizzazione delle scuole
materne "madrasa" richiese parecchio tempo. I programmi d’insegnamento
dovevano tenere conto dei principi generali già risaputi
della pedagogia infantile, degli obiettivi educativi stabiliti
dai Ministeri dell’Educazione dell’Africa dell’Est, ma anche
di ciò che le famiglie si aspettavano venisse insegnato
ai loro figli sulla cultura locale. A tale scopo è
stato elaborato un curricolo integrato: i bambini sono stati
avvicinati alle tradizioni locali attraverso l’uso di favole
e canzoni, le attività artistiche includono disegni
e decorazioni tipici della tradizione islamica, il programma
prevede anche narrazioni di brani del Corano. Inoltre, era
ben noto che l’apprendimento dei bambini migliora se essi
possono mettersi in relazione con il loro ambiente, scoprendo,
ricercando, creando collegamenti: era quindi essenziale poter
disporre di insegnanti formate a lavorare in modo efficace,
creando ambienti di apprendimento interessanti con l’uso di
sussidi basati su materiali indigeni. Le insegnanti vengono
selezionate dalle comunità, tra le donne che abbiano
completato l’educazione di base – mediamente dieci anni di
scolarità – e si dimostrino motivate a questo lavoro.
Molto spesso questa è anche un’opportunità particolarmente
interessante per l’emancipazione di tali donne, che generalmente
non hanno altre possibilità lavorative al di fuori
dei lavori domestici. La formazione dura due anni e viene
svolta sia nei "centri di risorse" che sul posto, con l’assistenza
di un supervisore e la possibilità per le docenti di
lavorare anche in gruppo.
Una prima valutazione globale del progetto "scuole materne-madrasa"
venne completata dalla Fondazione Aga Khan nel 1994: essa
mise in evidenza i punti di forza del progetto, che sicuramente
era destinato ad espandersi, ma anche alcuni aspetti che dovevano
essere migliorati, come la gestione finanziaria e organizzativa.
Le strategie per fare fronte a tali sfide vennero incluse
in un piano quinquennale, avviato nel 1995, che segno’ l’inizio
della seconda fase del progetto. L’obiettivo di tale piano
era quello di ottenere scuole ben gestite e finanziariamente
affidabili, che potessero offrire un’educazione di qualità
a costi abbordabili, tramite la stipula di veri e propri contratti
biennali con le comunità interessate a partecipare
al progetto.
Le comunità locali e la gestione finanziaria delle
scuole
Per dare un supporto efficace alla creazione delle scuole,
i "centri di risorse" si sono dotati di particolari figure
professionali denominate "responsabili dello sviluppo delle
comunità". Essi hanno il compito di spiegare le condizioni
del contratto di "partenariato" con cui il programma "scuole
materne-madrasa" aiuta i villaggi ad avviare e gestire le
loro strutture educative per l’infanzia. Il coinvolgimento
dei membri delle comunità è notevole, sia in
termini di impegno che di capacità gestionali e di
investimento di risorse; essi vengono quindi informati dei
loro doveri prima della stipula del contratto. Le condizioni
includono la partecipazione attiva della popolazione al progetto,
l’elezione di un comitato scolastico, l’identificazione delle
donne motivate a lavorare come insegnanti, la fornitura delle
strutture fisiche per ospitare la scuola. Una volta firmato
il contratto, ai membri del comitato scolastico viene impartito
un corso di formazione sulla gestione economica della scuola.
Il programma provvede a finanziare le necessità degli
insegnanti e la manutenzione degli edifici, ma propone comunque
ad ogni scuola la creazione di un "fondo di dotazione" a beneficio
della scuola stessa. Tale fondo è costituito dalle
tasse scolastiche, da denaro raccolto dalla comunità,
oltre che dai finanziamenti erogati dal programma e viene
gestito in modo centralizzato dai responsabili del progetto,
per garantire la massima efficienza. Un aspetto interessante
è il fatto che viene concesso uno speciale finanziamento
ad ogni scuola che completi positivamente un periodo di due
anni di contratto: per la durata di questo biennio il comitato
di gestione della scuola è quindi particolarmente motivato
a mantenere una buona qualità nell’educazione oltre
che affidabilità dal punto di vista economico.
I risultati
Le ricadute di questo progetto sulle comunità svantaggiate
del Kenya sono state notevoli, se si pensa che quasi diecimila
bambini hanno beneficiato del programma e centinaia di insegnanti
sono stati formati. Il fatto ancora più significativo
è che un numero sempre crescente di comunità
fa richiesta di avviare tali scuole dell’infanzia e si responsabilizza
per prendersene carico. Ciò dimostra anche che i progetti
educativi sviluppati a livello di comunità possono
essere di qualità, ma al tempo stesso economicamente
sostenibili. Questo progetto ha inoltre messo in evidenza
come si possa lavorare con il supporto delle istituzioni tradizionali
islamiche, come appunto le "madrasa", per integrare educazione
laica e religiosa. La piena accettazione di questo metodo
da parte delle comunità locali è la riprova
che l’insegnamento morale ed etico – basato su una fede religiosa
oppure no – può essere impartito con successo in abbinamento
ad un’educazione in senso più ampio. Anche la Banca
Mondiale ha espresso un giudizio positivo sul progetto, indicandolo
come un esempio di buona pratica nell’educazione dell’infanzia
da promuovere anche in altre zone del Paese. Il governo stesso
del Kenya sta appoggiando il programma con un finanziamento
significativo, ed anche i governi di Tanzania e Uganda stanno
seguendo con interesse il lavoro dei "Madrasa Resource Centres",
che sono ufficialmente riconosciuti come organizzazioni non
profit in tutti e tre i Paesi.
(l’articolo è tratto dal "Project Brief" relativo al
progetto "Madrasa Pre-School Programme East Africa", pubblicato
e fornito dalla "Fondazione Aga Khan" che dà il suo
consenso alla pubblicazione dell’articolo stesso)